Il premio istituito nel 1968 da Claudio Marini - Agostino De Romanis e Romolo Caporro dopo alcuni anni di stasi dopo la morte di Gustavo Gualtieri nel 1996 ha ripreso vigore nel 2011 unito alla Scaletta prima in Via Furio e poi dal 2014 presso il Polo Espositivo Juana Romani. Dal 2016 è legato al nome dello scultore orafo Giglio Petriacci scomparso nel 2015 preside emerito dell'Istituto Statale d'Arte Juana Romani.
GIGLIO PETRIACCI
ALBO DEI VINCITORI
Nasce a Marino il 9 Giugno 1936 si diploma
all’Istituto d’Arte di Via Conte Verde e all’Accademia di Belle Arti di Roma
dove fu allievo di Lorenzo Guerrini e Pericle Fazzini. A soli diciassette anni
ricevette in dono gli attrezzi della scultrice Dompè, inizia da insegnare nel
1957 nelle sezioni metalli e oreficeria degli Istituti Statale d’Arte di Marino
e Velletri. Nel 1964 riceve l’incarico di istituire la sezione
Oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte di Tivoli. Dal 1968 ha partecipato
alla vita artistica organizzando mostre a livello provinciale e comunale
(Castelmassa – Sciacca) per incentivare l’educazione artistica nelle scuole
medie. Preside degli Istituti d’Arte di Castelmassa – Sciacca – Vasto – Anzio –
Tivoli – Marino – Velletri, ha concluso la sua carriera scolastica a Marino.
Con le sue opere ha partecipato ad importanti mostre del territorio e alla quadriennale
romana. Artista schivo e geloso delle sue opere. La dimensione del suo vissuto,
rispecchia la sua personalità: una casa, che si affaccia sul Lago di Albano, le
presenze umane sono lontane, anche il suo studio è immerso nella campagna
castellana, quasi un eremo per arrivarci bisogna percorrere un lungo viale. Le
case vicine sono una presenza invadente dell’ultima ora. Però non dobbiamo
pensare che Petriacci sia un misantropo anzi è un uomo che ha vissuto molte ore
a contatto con gli altri in particolare con i giovani. Giglio ha lasciato
all’uomo di scuola la sua immagine pubblica, riservando all’artista quella
intima e creativa, il suo carattere ritroso lo avrebbe fatto rimanere
nell’ombra ancora per anni se col suo ritorno alla guida del Paolo Mercuri di
Marino non fosse stato convinto ad esporre la sua cospicua produzione in una
mostra antologica nel Palazzo Comunale della sua città. Le opere di Petriacci
sono una sorpresa e per il critico o lo studio un emozionante da campo tutto da
scoprire e da investigare. Gli esordi di Petriacci vanno ricercati all’inizio
della sua carriera di insegnante. Cesella sbalza, incastona gioie, crea
gioielli filiformi, allora del tutto originali, in oro e argento. Modella il
metallo quasi in fusione con un cannello di terra refrattaria, ed ottiene
effetti di incredibile leggerezza. Con la lamina d’argento modella tra l’altro,
ieratiche figure del Cristo, figure tese e scabre, intensamente drammatiche.
L’incastonatura diventa non solo un fatto tecnico ma elemento che entra nella
dinamica della creazione del gioiello. Lavora le superfici con il pulitore di
pietra d’agata ottenendo effetto di lucido e opaco. Realizza anche girelli a cera
persa. Una serie di inchiostri e pennarelli testimonia della lunga ed elaborata
ricerca sull’uso del cesello, dello sbalzo e dell’elemento filiforme. Sono
alcuni dei gioelli disegnati sono effettivamente realizzati. Tra gli anni 50/60
del XX secolo inizia a lavorare il ferro a volte con tecniche mai utilizzate o
poco sperimentate tra il 65/67 nel laboratorio dell’ Istituto Statale d’Arte
nascono i primi acciai smaltati. Negli anni 70 scopre la lavorazione del
gesso e realizza forme cilindriche nella prima fase e poi lavora con le
ellissi. Quando ritorna nel 1973 nel Lazio in special modo della sua terra
d’origine riscopre il gusto dell’utilizzo di materiali caldi come il rame, lo
sconvolge la prima guerra del golfo che evoca in lui i bombardamenti subiti dalle
nostre città, in questo particolare momento scopre il tema della famiglia. Di
recente ha donato al comune di Marino un sua opera deflagrazione in ricordo del
bombardamento della città avvenuto il 2 Febbraio 1944. Come preside del nostro
Istituto d’arte ha proseguito il cammino tracciato dal preside De Rossi,
lavorando sulla qualità degli elaborati, già aveva insegnato nell’ allora
scuola d’arte, trasformando con gli amici e colleghi Virgilio Pisoni e Ottavio
Pinna la vecchia sezione di ferro battuto in Metalli e Oreficeria. Ha promosso
la celebre mostra “Isa 88” ed ha con il Rotary Club cittadino presieduto da
Alessandro Del Marro collaborato alla nascita della prima mostra orafa. Con lui
si chiude un altro capitolo della gloriosa storia della Juana Romani. Lo
ricorderemo con affetto
Il maestro Giglio Petriacci Marino 1939 - 2015 |
ALBO DEI VINCITORI
2011: X° Premio Nazionale Pallade Veliterna Paul Andi Bocù
2012. XI° Premio Nazionale Pallade Veliterna Paul Andi Bocu
2013. XII° Premio Nazionale Pallade Veliterna Paul Andi Bocu
2014. XIII° Premio Nazionale Pallade Veliterna Laureen Crosmann
2015. XIV° Premio Nazionale Pallade Veliterna Stefano Ortolani
2016. XV° Premio Nazionale Pallade Veliterna I° Targa Giglio Petriacci Orest. Dulyin
2017. XVI Premio Nazionale Pallade Veliterna II°Targa Giglio Petriacci Riccardo Salvatelli
2018. XVII° Premio Nazionale Pallade Veliterna III°Targa Giglio Petriacci Giuliano Ferraiola
2019: XVIII° Premio Nazionale Pallade Veliterna IV targa Giglio Petriacci Raffaele Mollo
2019: XVIII° Premio Nazionale Pallade Veliterna IV targa Giglio Petriacci Raffaele Mollo
2020 XIX° Premio Nazionale Pallade Veliterna V targa Gustavo Gualtieri Tommaso Pensa
2021 XX° Premio Nazionale Pallade Veliterna VI targa Giglio Petriacci Claudio Spada
2022 XXI Premio Nazionale Pallade Veliterna VII targa Giglio Petriacci Fabio Santoro
2022 XXI Premio Nazionale Pallade Veliterna VII targa Giglio Petriacci Fabio Santoro
2023 XXII Premio Nazionale Pallade Veliterna VIII targa Giglio Petriacci ad Antonio Servillo
2024 XXIII Premio Nazionale Pallade Veliterna IX targa Giglio Petriacci Paolo Viterbini
Nessun commento:
Posta un commento